giovedì 17 novembre 2011

"Corpo Celeste" di Alice Rohrwacker del 2011

Film dove il molto non-detto lascia spazio all'immaginazione dove conta più la parrocchia che la Chiesa, più il catechismo che la Religione, più il voto che la Politica.
Marta (Yile Vianello) è una ragazzina di 13 anni che fa ritorno in Italia, dopo 10 vissuti in Svizzera, in provincia di Reggio Calabria con la mamma (Anita Caprioli) e la sorella maggiore, del padre non se ne sa nulla, essendo in età di cresima frequenta il catechismo per prepararsi a prendere questo sacramento. Questa bella opera prima di Alice Rohrwacker tralascia tutta una serie di dettagli e vari altri contesti sociali, la scuola per esempio per dedicare uno sguardo fatto di primi piani e macchina da presa mobile ad un Sud "?religioso?" fintamente moderno incarnato da personaggi rappresentativi come la catechista Santa (Pasqualina Scuncia bravissima esordiente) che prepara i ragazzi con quiz a scelta multipla come in TV, dal parroco del paese (Salvatore Cantalupo) più interessato alla carriera che alla fede, dal vescovo e il suo assistente che sembrano più due mafiosi piuttosto che figure di riferimento, dove gli adulti tentano di insegnare o meglio inculcare nozioni alle quali non loro stessi credono più, a dei giovani che di li a poco (speriamo di no) diventeranno come loro. 
Unica voce fuori dal coro il parroco anziano del vicino paese abbandonato (Renato Carpentieri) che dà a Marta una lettura della figura di Gesù più arrabbiata più terrena e dunque più credibile.

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