venerdì 29 luglio 2011

"Il figlio più piccolo" di Pupi Avati 2010



Al suo 40° film Avati ci ha abituati a lavori più o meno belli che fossero horror, drammatici, commedie ma sempre intrisi di una discreta dose di poesia come in questo caso, "Il figlio più piccolo" è un dramma leggero, non è un gran chè eppure c'è qualcosa che te lo fa gustare fino in fondo, probabilmente da questa storia, dove per la prima volta si parla anche se non proprio direttamente di politica e corruzione di avidità da furbetti del quartierino da un lato contrapposta all'ingenuità dei sogni e dei sognatori dall'altro, si poteva trarre un film socialmente critico più incisivo.
La storia in breve: un marito (Cristian De Sica) molla dopo il matrimonio la neo moglie (Laura Morante) e due figli per intraprendere una carriera rampante con l'aiuto di un uomo senza scrupoli (Luca Zingaretti) ma quando dopo 20 anni di frodi e intrighi politici si troverà alla bancarotta ricercherà gli ormai lontani affetti per affibbiare al figlio più piccolo (Nicola Nocella) che ha sempre vissuto come la madre nel mito di quest'uomo parte del suo patrimonio ovvero una nuova "sola", il figlio maggiore invece sembra essere l'unico sano che mette in guardia gli altri ma non verrà ascoltato. Per fortuna come poco succede nella realtà chi ha sbagliato pagherà.
Dopo avere sdoganato cinematograficamente dirigendoli con maestria personaggi quali Katia Ricciarelli, Antonio Albanese, Ezio Greggio è la volta di Cristian De Sica credibile nella parte del protagonista, gli altri indubbiamente tutti bravi un po forzate le caratterizzazioni il tutto confezionato da una forma di buonismo con tendenza a giustificare un po tutti, il che può anche far girare le scatole ma con una carriera così a Pupi (a lui si!) si può anzi si deve perdonare tutto.

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